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Venerdì sera alle 19 parto da Vallesinella col mio amico "Albi", Alberto Acerbis. Saliamo piano piano al rifugio Brentei e proseguiamo verso la Bocca di Brenta. E' buio quando arriviamo all'hotel Fiammetta. La prima cengia del sentiero delle Bocchette dove ho il mio posto di bivacco. Fa molto freddo e solo dopo esserci messi nei sacchi a pelo riusciamo a riscaldarci. Al mattino alle 7 siamo alla base del Campanile Basso. Obiettivo la via Armani-Fedrizzi alla parete sud. Una via storica, salita da pochissimi alpinisti tanto che non mi e' mi capitato di parlare con uno che l'avesse percorsa. Salgo con un pensiero fisso. Il pensiero di quei due fortissimi alpinisti che nel lontano 1935 aprirono quella via. Penso all'attrezzatura di quei tempi. La corda di canapa annodata in vita, le scarpette con la corda sotto e non la gomma ultra-aderente di oggi, l'assicurazione a spalla, i chiodi fatti a mano... No, incredibile! Se mi dovessi vestire con la loro roba ora, credo proprio che dopo il primo tiro rinuncerei. Che forza avevano, che fisico e che morale...
Ed il penultimo tiro sulla variante Heckmair. 45 metri molto difficili. Un chiodo nei primi 10 metri... La guida del Brenta non parla di gradi. Dice solamente estremamente difficile. Aperta nel 1933 da Anderl Heckmair, con Maria Case' e S. Emmer.. Quell'Heckmair che poi nel 1938 insieme Heinrich Harrer, Wiggerl Wörg e Fritz Kasparek, vinse la parete nord dell'Eiger. Stupenda salita con un sacco di emozioni. Verso le 13 siamo in cima e ci fanno compagnia dei fiocchi di neve.