domenica 17 gennaio 2021

giovedì 14 gennaio 2021

CIAO BIG MAN DOUG

L'alpinista inglese Doug Scott in cima all Ogre nel nel 1977
L'alpinista inglese Doug Scott in cima all Ogre nel nel 1977
Fotografia di Chris Bonington
Doug Scott
Doug Scott
Fotografia di Anna Piunova
Il brittanico Doug Scott riceve il Piolet d'Or alla carriera da Walter Bonatti.
Il brittanico Doug Scott riceve il Piolet d'Or alla carriera da Walter Bonatti.
Fotografia di arch Piolet d'Or
Chris Bonington, Doug Scott e tutto il team dell'Ogre- Life and Climbs by Vinicio Stefanello
Chris Bonington, Doug Scott e tutto il team dell'Ogre- Life and Climbs by Vinicio Stefanello
Fotografia di Chris Bonington archive


Doug Scott ci ha lasciati

 di 

È scomparso l'alpinista inglese Doug Scott. Aveva 79 anni ed era un’autentica leggenda dell’alpinismo mondiale di tutti i tempi.

E' un giorno triste per l'alpinismo mondiale. Con Doug Scott se ne va una leggenda e un indiscusso riferimento per chi ama la montagna e la scalata. Di lui si rimpiangerà non solo la classe cristallina ma anche e soprattutto la sua qualità e il suo spessore di uomo. Era nato il 29 maggio di 79 anni fa a Nottingham, in Inghilterra, se n'è andato oggi 7 dicembre 2020 a causa di una terribile malattia.

Scott cominciò prestissimo, aveva appena 12 anni, con la scalata. E fu subito un colpo di fulmine. Da allora non ha più smesso diventando uno dei profeti dello stile alpino e delle grandi salite sulle montagne e sulle pareti più alte del mondo. Mitica è la sua prima salita (nel 1975, insieme a Dougal Haston e con capo spedizione Chris Bonington) sulla SO dell'Everest, con annesso un incredibile bivacco subito sotto la cima. Un'impresa immensa che ha segnato un cambio di passo nell'alpinismo Himalayano.

Indimenticabile, nel 1977, anche la leggendaria prima sul Baintha Brakk (7.285m), il famoso e terribile Ogre, in cui con Chris Bonington visse una delle epopee più straordinarie dell'alpinismo. Dopo un'incredibile salita in cima, alla prima doppia Scott si ruppe entrambe le gambe. Poi, come non bastasse, Bonington si ruppe le costole e contrasse la polmonite. Il tutto in mezzo alla bufera... Furono 7 giorni di lotta incredibile ma al Campo base ci arrivarono, sulle ginocchia ma ci arrivarono, con un'impresa fuori da ogni dimensione. Ma non è finita.

Sono da incorniciare anche la splendida prima, una delle vie più belle in assoluto, del Pilastro est dello Shivling (6.543m nel Garhwal indiano) salita, nel 1981, con Rick White, Georges Bettembourg e Greg Child. E, ancora, nel 1979, la via nuova sul Kangchenjunga 8586m (con gli indimenticabili Joe Tasker e Pete Boardman). Ma anche la via nuova su un altro 8000, lo Shisha Pangma, realizzata nel 1982 con Alex McIntyre e Roger Baxter-Jones. 

Ma aldilà delle singole grandi realizzazioni (più di 45 vie nuove dal Monte Bianco, all'Alaska passando per l'Himalaya e il Karakorum) l'alpinismo di Doug Scott è soprattutto un fatto di stile. Uno "stile alpino", naturalmente. Sempre all'insegna di quel "by fair means", di quel porsi lealmente davanti alla montagna, che è il simbolo dei grandissimi dell'alpinismo e dell'alpinismo britannico Doc. 

Non a caso Scott ha scalato con i più grandi alpinisti britannici (degli autentici “mostri”) della sua epoca. E, sempre non a caso, è stato presidente dell'Alpine Club Britannico. Come non è un caso che sia stato molto attivo nell'aiuto alle popolazioni del Nepal con Community Action Trek Ltd. E' stato insignito con la medaglia d'oro della Royal Geographical Society e con il titolo di Commander of British Empire. Mentre, nel 2011, a Courmayeur, gli è stato consegnato il Piolet alla Carriera del mondo dell'alpinismo. 

Doug Scott ci ha accompagnato con per molto tempo: quella sua foto anni '70 con i capelli lunghi, la barba incolta e gli occhiali da prof  (ha insegnato geografia) resterà sempre con noi. In quella foto ha uno sguardo intenso, sognante, da grande visionario. E' quello stesso sguardo e quel sogno che tutti avremmo voluto avere. Era lo sguardo di un grande alpinista e di un vero gentleman. Un esempio!




CIAO... ETIENNE

Canazei (Trento) – Etienne Bernard, nota guida alpina e maestro di sci, di 27 anni della Val di Fassa, era da solo sul Pordoi e da mezzogiorno di mercoledì, il suo cellulare ha suonato a vuoto, senza rispondere alle chiamate della compagna.

Un dolore grande per tutta la val di Fassa e in tutto l’ambiente della montagna dove Etienne a soli 27 anni era già un riferimento per tanti. Impossibile la ricerca aerea, da terra dopo aver triangolato il segnale del telefono è partita una squadra del soccorso; parte della sua attrezzatura, un bastone, uno sci, gli occhiali, sono stati ritrovati sotto una valanga verso le 23.00 di mercoledì. 

Il ritrovamento in un canalone

È stato trovato poco prima delle 14 di giovedì il corpo senza vita dello scialpinista disperso da mercoledì sul gruppo del Sella. È stato trovato sotto ad una valanga in fondo al canale Torre Roma, lungo il versante verso Arabba, al confine tra Trentino e Veneto. La dinamica dell’incidente è in fase di valutazione.

Le ricerche dell’uomo erano riprese poco prima delle 12. Nonostante la persistenza del vento e il cielo coperto, il tempo in leggero miglioramento ha permesso di effettuare un sorvolo per fare una prima bonifica dall’alto della valanga, a vista e tramite l’Artva dell’elicottero di Trentino Emergenze. Come riportato nel comunicato precedente, la valanga è stata individuata questa notte nella zona del canale Torre Roma dai soccorritori della Stazione Alta Fassa del Soccorso Alpino Trentino e della Stazione di Livinallongo del Soccorso Alpino Veneto, saliti in quota per una ricognizione. Oggi, a bordo dell’elicottero durante il sorvolo c’erano il Tecnico di Elisoccorso del Soccorso Alpino e Speleologico e un operatore della Stazione Alta Fassa.

Dopo l’esito negativo del sorvolo, l’elicottero è rientrato al passo Pordoi per imbarcare in diverse rotazioni due unità cinofile – una del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino e una del Centro Addestramento Polizia di Stato di Moena – e sei operatori della Stazione Alta Fassa e Centro Fassa.

I soccorritori hanno effettuato la bonifica con i cani, con l’Artva, le sonde e con il dispositivo Recco. Intorno alle 14 il ritrovamento del corpo senza vita dello scialpinista. Sul posto è giunto l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore con l’equipe medica che ha constatato il decesso del ragazzo. Dopo il nullaosta delle autorità, la salma è stata trasferita alla camera mortuaria di Canazei.

Preziosa la collaborazione con il Soccorso Alpino Veneto, con operatori pronti a passo Pordoi per dare supporto in caso di necessità anche nella giornata di oggi, con le Forze dell’ordine e con i Vigili del Fuoco.

Il mancato rientro

Era stato lanciato verso le 17.15 di mercoledì dalla compagna dello scialpinista e da un amico quando, preoccupati per il mancato rientro dell’uomo, sono saliti al passo Pordoi e hanno trovato la macchina parcheggiata. Le ultime notizie che si avevano di lui risalivano alle 12 a forcella Pordoi e, dalle indicazioni lasciate ai conoscenti, sembra volesse affrontare il canale Torre Roma.

Le ricerche

Si sono rivelate da subito difficoltose per il buio ma, soprattutto, per la presenza di un forte vento in quota che raggiungeva i 90 km orari. L’elicottero con a bordo il Tecnico di Elisoccorso e un operatore della Stazione Alta Fassa, partito per fare un sorvolo sull’area di forcella Pordoi e il canale Torre Roma e individuare eventuali valanghe o tracce dello scialpinista, ha dovuto fare rientro. Vista l’impossibilità di utilizzare anche i droni messi a disposizione dai Vigili del Fuoco, le ricerche si sono temporaneamente fermate.

La valanga

Poco prima delle 21, grazie al segnale del telefono cellulare dello scialpinista, è stato individuato un punto nella zona del canale Torre Roma. Una squadra di otto operatori della Stazione Alta Fassa è quindi salita con gli sci d’alpinismo da passo Pordoi fino al punto rilevato in circa un’ora e mezza, supportata dalle fotoelettriche dei Vigili del Fuoco. Giunti sul posto, gli uomini del Soccorso Alpino hanno trovato le tracce di una valanga e alcuni oggetti appartenenti al ragazzo.

RICORDO - la conosco ma non voglio dirvi il suo nome

"Mi ha ricordato di quella volta che ero una ragazzina e sono venuta con te con il trattorello da Pinzolo alla base della teleferica per il XII Apostoli".


"Sulla rampa prima della "madonnina” hai inchiodato di colpo..io ho pensato… è matto.. invece avevi visto in mezzo alla strada un uccellino piccino ..sei sceso… lo hai coccolato e poi messo nel prato… e gli hai detto "sta attento… vara ca i ti schicia”… “bellissimo ricordo..ciao”.