18
settembre 2014
Aspetto Tomas e Nicola che
ieri pomeriggio sono scesi al Chalten per delle cose. Alle 7, come d’accordo
arrivano alla Piedra del Fraile e poco dopo partiamo. E’ il nostro secondo
viaggio di carichi. Il primo lo abbiamo fatto lo stesso giorno che siamo
arrivati alla Piedra portando tre sacconi sul ghiacciaio del Piergiorgio. Di
nuovo qui a portar sacconi… Una volta raggiunto il deposito precedente che
chiamiamo sdraio per via di un grande sasso piatto calziamo gli scarponi e
ramponi e proseguiamo sul ghiacciaio. Più in alto dobbiamo cambiare tragitto
per raggiungere le ultime rocce dove abbiamo lasciato gli sci lo scorso anno e
i teli slitta. Que suerte! Li troviamo subito. Lasciamo il tutto e ritorniamo
alla sdraio per portare su l’altro carico. Il tempo è sempre brutto ma il vento
non è forte. In tre ore siamo di ritorno, giusti per l’ora della pappa. Shasha
e Ignazio ci trattano molto bene qui alla Piedra e che cenette. Io prima mi
bevo il mio bianchetto…
19 settembre
Que dia hoy! Il tempo è
abbastanza bello e nel corso della giornata migliora. Giornata lunga anche
oggi. Si cammina molto ma per circa 3 ore non si fa dislivello. Solo chilometri
e dossi su e giù. Poi si sale la prima parte del Glaciar Piergiorgio, lo si
attraversa per prendere un altro ghiacciaio fino alle nostre ultime rocce dove
abbiamo il deposito. Arrivati lì rifacciamo i sacconi per prendere ciò che ci
servirà alla nostra “casa bianca, al Circulo de los Altares, proprio sotto la
Standhardt, la Herron, la Egger e il Torre. Per questo il nome Circolo degli
Altari. Arrivati al Passo Marconi siamo a circa 1550 metri. La Piedra si trova
a circa 650 metri. Carichiamo i nostri sacconi sul telo e facciamo due
guinzagli per trascinarlo. Siamo sullo Hielo Continental e ripenso alle tante
giornate che passai nel 1993 coi miei soci nel nostro tentativo di
attraversarlo tutto. Fu una “bella gita” e percorremmo circa 400 chilometri. Ma
ora dobbiamo tirare per andare avanti. E’ quasi tutto pianeggiante e il nostro
“bobi” ci segue bene. Solo l’ultima ora è più in salita e allora ci attacchiamo
tutti e tre per arrivare prima. Dopo 12 ore e mezza arriviamo al Filo Rosso dove
faremo la truna (questo posto è stato battezzato dai Ragni di Lecco in quanto
si trova in fondo a una lunga cresta rocciosa rossa). Subito iniziamo a spalare
ma dopo mezz’ora troviamo ghiaccio. Allora ci spostiamo più in basso e
fortunatamente riusciamo a entrare senza ghiaccio. Alle ore 20 è già buio e
dobbiamo accendere le frontali per proseguire il lavoro. Non facciamo una
grande truna. Solo per poter mangiare e dormire.
20 settembre
Il tempo è brutto. Nevica
e c’è anche vento ma chi se ne frega. Lavoriamo tutto il giorno di pala. La
cosa negativa è che, dove ci troviamo, la neve la dobbiamo prendere tre volte
per spostarla. Alla fine della giornata siamo sistemati benissimo e fuori
abbiamo pure il deposito materiale. Quando siamo dentro è il paradiso del
silenzio. E, come diceva quel Grande di Reinhard Karl, “essere in truna è come
essere a casa in una cella frigorifera e bruciare Dollari…”
21 settembre
Il tempo alla mattina è
“mas o meno”. Nevica poco e anche poco vento ma il pomeriggio Re Azul si
scatena e si sta bene solo in casa. Oggi abbiamo fatto arredamento e
serramenti. Ora tutto è in odine sulle mensole ma poi ci succede una cosa
imprevista. Il nostro fornello a benzina l’MSR si rompe. Acc!!! In qualche modo
funziona ma poco e male. Che fare? Potremmo contattare Francesco che è partito
ieri dall’Italia ma come? Decidiamo di
scendere al Chalten per prendere quello che abbiamo là. Sono le 15.30 e per
oggi sarebbe impossibile e poi con questo tempo… Speriamo domani sia più
clemente. Oggi polenta e minestrina… que buena!
22 settembre
Tomas si è alzato alle
quattro tutto agitato. Poco dopo ci siamo alzati anche noi e gli abbiamo detto
di darsi una calmata. Il tempo è orribile. Nevica molto e il vento fa l’altra
parte. Decidiamo di aspettare che albeggi. Alle 7 y pico arriva la luce. La
neve passa veloce sopra di noi e sempre ostruisce l’ingresso della truna. Verso
le 8 la nebbia è meno fitta e vediamo il Cerro Rincon. Visibilità sufficiente.
Decidiamo di partire. Alle 8.40 siamo con gli sci ai piedi. Veloci scendiamo il
primo tratto in leggera discesa per arrivare sullo Hielo. Pelli di foca e via.
Siamo super leggeri e in meno di 3 ore e mezza siamo al Marconi. Il vento ora è
aumentato molto. Scendiamo al deposito col vento a favore. Tomas è davanti e
vede un nostro sacco più in basso. Il vento lo ha liberato dai sassi ed è
sceso. Per fortuna lo ha visto ed è andato a recuperarlo. Quando ci troviamo
siamo un po’ indecisi visto il tempo. Poi pensiamo sia meglio fare il carico.
Così facciamo le sacche e su di nuovo al Marconi. Il vento è molto forte ma
dobbiamo salire solo un’ora e mezza. Poco oltre il passo depositiamo il
materiale. Un sasso di una certa dimensione cade dall’alto. Lo vedo e strillo a
Tomas che lo ha visto arrivare. A meno di tre metri da lui. Mucha suerte!
Depositiamo il tutto sotto i sassi e giù. Arriviamo alla Piedra verso le 18.15.
Prendiamo qualcosa da “città” e via. Alle 19.45 ci aspetta il passaggio per
andare al Chalten. Arriviamo un po’ tardi. Poi subito a mangiare a Ahonikenk.
Forse puzzo un po’ ma nessuno parla. Mangiamo come i “bufali”. Poi, prima di
andare a dormire, una lavatina ci vuole. Domani penseremo cosa fare ma
probabilmente torneremo alla Piedra dopodomani per tornare al Circulo il giorno
dopo. Ci siamo incontrati con Francesco. Ora siamo in quattro. Pronti!
(scusate degli errori)