Il mio diario... o meglio, ciò che mi passerà per la testa di scrivere delle mie giornate, di quello che faccio. Non so quanto diario sarà, nel senso che sicuramente non lo farò tutti i giorni. Cercherò di essere il meno ripetitivo possibile, anche se mi sarà difficile perché più o meno faccio sempre le stesse cose. Vivo in un mondo tutto mio. Potrei dire che la mia vita trascorre nel mondo delle fiabe. Grazie e siate positive/i...
venerdì 14 giugno 2019
BEI RICORDI
Quanti anni…
“Ha fatto bene!” Queste le parole di mio
papà. (…)
Sinceramente non so nemmeno di che anno si
trattasse… 1968-‘69?
Ero in
terza media. A quei tempi arrivando in terza si poteva decidere se fare latino
o Applicazioni Tecniche. Avevo fatto latino già l’anno prima e ricordo quelle
declinazini “rosa, rosae” e, stupidamente, non mi sembrava una lingua interessante.
L’anno scolastico era iniziato da poco e il mio Prof. di italiano mi aveva
invitato a scegliere latino. Solo un ragazzo aveva scelto il latino. Solo un ragazzo aveva scelto latino, mentre io come tutti gli altri avevo
scelto Applicazioni Tecniche.
Quel giorno durante la
lezione di italiano il prof ci avvisò che si sarebbe assentato per pochi minuti
e ci raccomandò di comportarci bene.
I ragazzi lasciati soli cosa fanno? I ragazzi
fanno i ragazzi poi a quell’età… le ragazze, si sa, erano diverse da noi
maschi. Sinceramente non ricordo cosa accadde ma io feci qualcosa che non avrei
dovuto fare a un ragazzo.
Dico solo che si chiamava Fabio. Quel Fabio che
ben conosco e che devo ringraziare perché è stato lui a trovare il capriolino
dopo che una falciatrice gli aveva tagliato la gamba. E il giorno dopo mi
avevano chiamato chiedendomi se volevo provare a salvarlo. E così feci e oggi
Mirtillo ha già 5 anni.
Quando il professor
Pino rientrò in aula Fabio piagnucolava e l'insegnante gli chiese cosa
fosse successo. Dopo averlo ascoltato subito domandò alla classe: "Chi è
stato?"
Senza alzarmi dal mio banco sollevai la mano.
“Bravo Ermanno”, “Alzati e vai dal Preside e gli dici che ti dia una
sospensione di un giorno”. Con gli occhi bassi mi alzai e andai dal Preside che
era in altro edificio. Lui mi conosceva ed era anche amico di mio padre. Mi
fece quel foglio e tornai in classe. Arrivato a casa appena entrato consegnai
“quel foglio” a mio papà che riferendosi al professore di italiano mi disse:
“Ben fatto. Te lo sei meritato”.
Tutto
qui. Grande lezione di vita. Quel Prof tutt'oggi lo vedo
e ho sempre stima e ammirazione per lui. Quando lo incontro ci facciamo sempre
due chiacchiere.
L’altro ieri stavo andando a fare una passeggiata
con Pluto in Pineta e l’ho incontrato. E’ sempre un uomo in gamba anche se mi
dice di avere qualche problemi alle articolazioni. E’ stato anche giornalista
per molti anni di un quotidiano trentino. Gli ho detto che avevo iniziato a
scrivere questa pagina e gli ho chiesto il permesso di farlo e perché no… e
così ho scattato una foto insieme. Il mio Professore ed è di Pinzolo.
Grazie Pino, grazie Professore!
venerdì 7 giugno 2019
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