domenica 6 dicembre 2009

IL TENTATIVO AL TORRE










































22 novembre
Stamattina mi sono alzato alle 2 ed anche Pedro e' uscito con me. Tutto sereno tranne… ed anche un po’ di vento. Allora siamo tornati a letto e ci siamo rialzati alle 5. Con la luce si vede meglio ed abbiamo la conferma. Qui e' quasi tutto sereno ma le montagne dormono sotto il grosso piumino. Siamo indecisi ed aspetteremo. Andare significa ritrovarci sul ghiacciaio con la neve ed il vento e poi con cosa ci asciughiamo se arriviamo in truna? Allora aspettiamo e se si schiarisce andiamo a qualsiasi ora. Spero tanto.
Durante il giorno sembra migliori ma non sappiamo cosa fare. Mangiamo qualcosa ed alle 17 andiamo a dormire. Alle 20 mi sveglio e Pedro va' in bagno e fa una battuta sul partire subito.
Lui scherza ma io gli dico di sì. Anche Andrea dice lo stesso e così alle 21.30 partiamo. Camminiamo tutta la notte ma sono contento lo stesso anche perche' so che questa volta sara' il mio ultimo giro per quest’anno e di sempre. Comunque vada ora ho deciso che in Patagonia non verro' piu'. Lo so, lo ho gia' detto anche qualche anno fa ma... Poco dopo il Mocho un forte rumore ci spaventa e dico di tornare indietro. Ci mettiamo a correre. Una grossa scarica di ghiaccio arriva fino da noi ma mi prendo su una gamba solo un blocco di ghiaccio alla sua fine corsa. Un bel momento di panico ma poi proseguiamo. Un po’ una pena camminare tutta la notte ma bellissimo vedere il primo rosso del sole che arriverà dopo.

23 novembre
E’ chiaro da quasi un’ora e verso alle 5.35 siamo alla truna ma non siamo fortunati come le volte precedenti. Lavoriamo come i matti ed impieghiamo 3 ore e mezza per trovarla. Dopo aver sbadilato un’esagerazione di neve ho la sensazione che sia lì. Continuo a scavare e poi faccio fare un sondaggio al Pedro col bastoncino sonda e sente del vuoto. La truna!!! Scaviamo e finalmente entriamo anche se non dalla porta ma di lato. Poi ci facciamo da bere e prepariamo la roba. Siamo molto stanchi. Alle 11 siamo alle corde fisse e su. Fa un caldo bestiale. Sale Andrea le prime due corde poi Pedro. Poi una scarica di neve abbastanza grande che prende Andrea. Per fortuna senza conseguenze fisiche ma morali sì. Lui non si fida a dire niente ma io capisco. Allora gli dico che se non se la sente, se gli sembra pericoloso, aspetteremo. La cosa piu' importante e' tornare a casa tutti e 3. Torniamo allora alla truna. Siamo un po’ delusi ed incazzati. C’è un sole fantastico e molte scariche di ghiaccio continuano a cadere dappertutto. Rimaniamo fuori ad oziare e fumare ed asciughiamo tutta la roba. Alle 13.30 il sole ci lascia ed allora scaviamo per rimettere un po’ a posto la truna anche se non più di tanto.
Poi prima delle 16 mangiamo qualcosa e subito dopo Andrea si mette a dormire.
Io e Pedro ci facciamo ancora da bere e del the'.
Alle 18 con la bomba vado a dormire.

24 novembre
Alle 3 ci alziamo ed alle 5 siamo alle corde fisse e saliamo. Poi Andrea fa il tiro del diedrino che porta al deposito di Maestri e poi dice che vuole che qualcun altro vada avanti qualcun altro. C’e' molto ghiaccio e tutto e' diverso.

Un’altra ravanata sui 90 metri del nevaio triangolare. C’e' molta neve e la vecchia sosta non la vedo ma la trovera' dopo Andrea mentre io sto facendo il tiro. Anche il tiro dopo e' coi ramponi sulla roccia e l’ultima parte su ghiaccio molto ripido abbastanza difficile.
Poi siamo sulle placche dove avevo detto sarebbe andato Pedro. Quelle famose placche che ho salito per la prima volta nel ’92 con Adriano e Guido. Le mie magnifiche placche di V eV+. Difficolta' confermate da Rolo nel 2005. No, a dire il vero Rolo mi disse che con le difficoltà ci capisco molto. Infatti la sua valutazione fu 6b o qualcosa in piu'. Pedro ride molto per le cose che gli ho detto al riguardo di quei tre tiri. Calza le scarpette e sale. Su qualche passo trova abbastanza difficolta' e continuiamo a farci battute sul V grado. Poi faccio un altro tiretto io per finire sopra la goulotte. Ogni tanto ho i crampi alle cosce e chiedo ad Andrea di andare avanti. Con un tiro su neve e ghiaccio arriviamo sotto il box degli inglesi e di lì avanti sullo spigolo. Andrea sale veloce. Poi lo calo sulla rampa e prosegue. La prima parte della rampa e' abbastanza pulita ma poi le condizioni fanno abbastanza schifo. Come sempre del resto in questo pezzo. Arriviamo verso la fine della rampa sotto il diedro della parete nord e rimango deluso dalle sue condizioni. Me lo ricordavo difficile ma di roccia ed invece e' tutto pieno di ghiaccio. Quando arriviamo tutti e tre lì ormai sono le 20. Ci togliamo gli zaini ed iniziamo a prepararci il gradino per sederci. Poi ci facciamo da bere perche' abbiamo una sete della madonna. Poi ancora bere col brodo, qualche pezzetto di grana ed un liofilizzato in tre. Perfetto!
A mezzanotte ci mettiamo seduti. Pedro ed Andrea vicini contro la parete. Gli do l’idea di infilare i piedi nello zaino e la cosa non sembra male. Logicamente entriamo nel sacco a pelo con gli scarponi ai piedi. La notte non sembra tanto fredda se non fosse per quei continui fastidiosi pezzi di ghiaccio che ci vengono addosso. Io sono di lato ed il posto non è un gran che. Non riesco a chiudere il alto il sacco e tutti i pezzetti mi si infilano come in un imbuto. Vedo dopo un po’ che loro dormono. Io proprio non ci riesco. Verso le 4 mi sposto e finalmente chiudo il sacco all’altezza delle spalle e gia' va' meglio. Non provo nemmeno a chiudere gli occhi anche perche' devo tenermi per non continuare a scivolare avanti. Continuo a guardarmi attorno e sento che il tempo sta cambiando. Mah!

25 novembre
Alle 6 li sveglio e beviamo un the'. Il tempo sta proprio cambiando ed appena sopra di noi al colle si vede e si sente il vento che spazza. Le condizioni del diedro fanno schifo ma vogliamo provare lo stesso.
E’ proprio duro. Fosse stato roccia credo sarebbe stato anche un piacere salire quel diedro invece… Andrea sale una quindicina di metri a fatica poi, uno strapiombo ghiacciato gli impedisce di proseguire. Non ce la fa proprio. Cosa fare? Decidiamo di tornare giu'.
Scelta azzeccata ed appena in tempo. Alle 14 siamo alla base. Scendendo recupero dei reperti storici di Maestri. In truna mangiamo un po' di grana e gallette e poi cominciamo a preparare gli zaini. Alle 16.05 partiamo. Fino a mezz’ora fa c’era poco vento ma ora… Porteremo giu' tutto con un carico. La prima parte di ghiacciaio ci tiriamo giu' anche il Bobi. Il saccone nero con le corde ed altro che lasciamo al bivacco Rendena in caso torni Pedro. La prima parte calziamo gli sci ed a fatica scandiamo con semplici diagonali. Arrivati sotto la Standhardt togliamo gli sci perche' col vento che c’e', e' una lotta. La forza del vento e' incredibile ed a fatica rimaniamo in piedi. Spesso veniamo letteralmente buttati a terra. Sono stufo di questo vento e sempre di lottare con lui. Siamo molto carichi. Poi, pesando gli zaini vedremo che saranno altre 30 Kg. Quello del Pedro esattamente 34.5 Kg. Poi, alla fine della discesa del ghiacciaio il vento lo abbiamo alle spalle, per fortuna, anche se continua a sballottarci di qua e di là. All’ultima morena cambio gli scarponi e per un po' va' meglio
Le spalle mi fanno molto male. Anche Pedro lo stesso. La penosa salita, ultima salita fino al bosco e giu' alla tirolina. Alla tirolina un po' di tempo per passare gli zaini di la'. Intanto sono quasi le 22. Il comodo sentiero che porta al Chalten diventa lunghissimo e piedi e spalle sono una pena. Mai trovato il sentiero del Torre così lungo. Alle 0.40 finalmente il Chalten. Doccia veloce e poi usciamo per trovare qualcosa per mangiare. Todo cerrado. Torniamo a casa ed ancora mi fermo sul computer. Alle 2.55 decido di andare a letto. Sono 48 ore che non chiudo occhio.

26 novembre
Alle 6.30 mi alzo. Ho dormito forse un’ora causa i crampi alle cervicali. Il tempo fa schifo ed e' un inferno di vento. Oggi abbiamo preparato tutti i bagagli e salutato gli amici in quanto domattina partiamo alle 8 col bus per Calafate. Se riusciremo anticiperemo il volo.

27 novembre
Alle 11 siamo a Calafate e subito andiamo da Aerolineas Argentinas. Riusciamo ad anticipare il volo. Alle 17.30 partiamo per Buenos Aires ed il giorno 29 saremo in Italia.

Niente Torre, niente cima ma comunque un’altra bella storia e tante cose da portarmi ancora appresso e dentro di me, per la vita. Ora ho tanta voglia di stringere i miei affetti e tutti i miei Amori.

1 commento:

sbr3m ha detto...

Bel racconto, fa andare la mente lontano..