C’era una volta Adle, una gnomina, tanto piccolina e tanto carina. Gli anni passavano e la piccolina era diventata vecchina. Un giorno sentì che era vecchietta e che la sua vita non poteva andare avanti ancora molto. Decise allora di avviarsi per un viaggio, per il suo ultimo viaggio. Non voleva andare chissa’ dove e far chissà che cosa.
Semplicemente voleva fare questo viaggio. Lo disse ai suoi piccoli gnomini Arual, Aivalf, Onnamre, Ocram e Asiul. Non gli spiegò che viaggio sarebbe stato e dove sarebbe finito. Partirono tutti insieme. I cinque gnomini si caricarono in spalla tutto ciò di cui avevano di bisogno. All’inizio quasi bisticciarono in quanto la vecchina si voleva caricare di tutto ma loro gli spiegarono che era stata lei, per tanti anni, a portare tutto.
Ora era il tempo che fossero loro a caricarsi del peso.
Camminarono tanto insieme e passarono molte notti tutti vicini ed abbracciati e baciati dalle stelle.
Un giorno, in una fresca mattina di primavera, ripresero a camminare. Erano in alta montagna e l’aria era molto sottile. Una nebbiolina quasi impalpabile li avvolgeva dolcemente tanto che avevano l’impressione di essere più leggeri. Il sentiero era molto ripido e stretto e la visibilità era minima. Ad un certo punto gli gnomini non videro più la loro mammina. Era come sparita fra la nebbia. Cercarono per un po’ finche’ capirono. La loro mammina era arrivata alla fine di quel suo ultimo viaggio e senza dire una parola se n’era andata. Si abbracciarono, dai loro occhi scesero delle lacrime, erano tristi perché avrebbero voluto che quell’ultimo viaggio non si facesse mai. Quando ridiscesero a valle non si parlarono ma, dentro di loro, tutti vedevano la mamma in uno spazio infinito e verde, dove anche i poveri animali andavano dopo la loro partenza da questa vita. E lei correva felice con le caprette che la seguivano in quell’incredibile prato verde.
6 commenti:
Un abbraccio da noi
Chiara, Marco, Guidino e gli altri.
un abbraccio forte a te e a tutta la tua famiglia. sei una persona molto sensibile ed io ,da ex cittadina, ( quindi non particolarmente attratta dalle discipline estreme di alta montagna) , leggo spesso le pagine del tuo diario perchè vivere nelle favole , anche se purtroppo a volte non sono a lieto fine, ci aiuta a sopportare quel lato freddo e buio della vita, la favola più bizzarra e strana di tutte. paola ( moglie di alberto binelli, maetro di sci. )
bella questa favola!! come la vita...un abbraccio forte a te Gnometto!
naty
Complimente Ermanno...leggere le tue favole, e questa in particolare, rende i momenti tristi della vita meno pesanti...Grazie... Ed un abbraccione fortissimo...
metafora azzecata anche se triste. siamo con te
.. jessica and family
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