“Il 27 eravamo in truna
tutti e quattro. Eravamo scesi per aiutare Francesco a fare il carico. Il
giorno dopo siamo saliti per fare i primi due tiri di Sarchi-Nadali e Dal Prà.
Avevamo lasciato una corda ma il vento l’ha spezzata. Speravo davvero ci fosse
quella corda. Sul bordo del tetto l’avevamo doppiata ma il vento ha avuto
ragione. Peccato…
Contavamo di montare le
porta-ledge e dal giorno dopo stare in parete. Avevamo viveri per 25-27 giorni.
In alto la parete aveva delle grosse incrostazioni. Un grosso pezzo è caduto
molto vicino a Tomas. Si è molto spaventato e ha detto che non vuole lasciarci
la pelle su quella parete. Quelle incrostazioni le avremmo sopra le teste per
tutta la salita e diversi tiri passano proprio di lì. Siamo tornati alla Cueva
Mirtillo (così abbiamo chiamato la truna).
Che fare? Alternativa. Obiettivo!
Parete ovest del Torre sulla via dei Grandi Ragni di Lecco. Francesco non aveva
voglia così ci ha accompagnati un quarto d’ora. Prima di sera abbiamo raggiungiamo
l’elmo e ho trovato un posto di bivacco 5 stelle. Ottima cena. Cielo stellato e
solo un filo d’aria. Temperatura -15. Io non ho chiuso occhio per via del mio
“sacco a velo”.
E’ il primo ottobre. Le
condizioni sono ottime. Abbiamo fretta di raggiungere i funghi per essere al
sole. Questo accade verso le ore 13. Però non fa per niente caldo e un
venticello fastidioso fa il resto. Arrivati alla base del fungo terminale
rivedo quello che vidi nel 2005. Per fortuna guardo a destra e un canale
verticale credo ci permetterà di salire. Velocissimo Tomas in meno di mezz’ora
arriva alla fine del ghiaccio verticale.
Uauh!!! Verso le 17.30
siamo in cima. Il tempo è splendido e ce la prendiamo con comodo. Quanto ho
pensato al Miro, al Pino, al Mariolino e al “giovincello” Daniele (Casimiro Ferrari, Pino Negri, Mario Conti e Daniele
Chiappa, apritori della via nel 1974). E a tutti i
Ragni a loro supporto. Veramente Grandi e poi… a quei tempi…
E così per la sesta
volta sono in cima a questa incredibile montagna. E poi era l’unico versante
che mi mancava.
Poi la discesa non
troppo veloce per tornare all’elmo. A fatica facciamo un po’ d’acqua per i
nostri liofilizzati. Pessima cena e pure fredda. Ma chi se ne frega.
Altra notte guardando le
stelle e il quarto di luna. Il giorno dopo la discesa continua e alle 13.40
siamo alla truna. Grande mangiata di polenta patagonica seguita da cena e poi
finalmente a nanna. Tomas e Nicola hanno dormito sui sassi anche il pomeriggio.
Abbiamo deciso di non fare nulla il giorno dopo. Fantastico e solo alle 9 mi
alzo a preparare la colazione che servo a letto.
Il giorno dopo
ritorniamo alla Egger per sistemare la roba che aspetterà il prossimo anno. Nel
primo pomeriggio arriva anche Francesco. Avevamo intenzione di fare una
via al Domo Blanco ma visto che è arrivato lui gli cedo il mio posto e io tornerò
alla civiltà.
Alle 7 partono per il
Domo Blanco. Ci salutiamo e parto dal Circulo de los Altares. Giornata
fantastica con poco vento. Verso le 18 sono a El Chalten e poco dopo sono al
ristorante Ahonikenk con un buon bicchiere di vino bianco. Il giorno dopo,
sbattuti da un forte vento, Tomas, Nicola e Francesco arrivano al Chalten.
Il mio progetto era la
ovest della Egger e saltando questo non ho nessun motivo per rimanere laggiù a
provare altre salite. E così ho anticipato il volo e rieccomi a casa. Vedremo!
1 commento:
Ben tornato !!!
...se non si poteva,tornare è stata la scelta più saggia; tanto il Cerro è sempre là!!!
E intanto il mitico Mirtillo ha lasciato la sua CUEVA anche là!
Un abbraccio e a presto.
Posta un commento