sabato 2 settembre 2017

CIAO ARMANDO!



A 91 anni è morto Armando Aste, uno dei più grandi alpinisti italiani di sempre. 
Aste era nato a Reviano di Isera (TN) il 6 gennaio 1926 e aveva iniziato a scalare da autodidatta dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando già lavorava come operaio alla Manifattura Tabacchi di Rovereto. Il vicino Gruppo del Brenta fu così logicamente la sua “palestra”, dove iniziò a ripetere le vie più impegnative in cordata con forti compagni fra i quali spiccano Fausto Susatti e Marino Stenico. Poi, dopo le ripetizioni (anche prime), cominciò presto il periodo delle sue nuove vie, sempre in Dolomiti. Sono numerosissime (tracciate anche con compagni come Franco Solina, Josve Aiazzi, Andrea Oggioni): su tutte spicca la “Via dell’Ideale” sulla Sud della Marmolada (1964).

Aste è stato anche grande interprete dell’alpinismo in solitario “per il bisogno di trovarmi solo con me stesso e di cercare l’Infinito” (era famoso anche per la sua fervida fede). Sua è la terza solitaria (1949) della mitica via Preuss al Campanile Basso (preceduto soltanto dal grande austriaco e da Emilio Comici!). Ma fra le tante, quella che spicca è senza dubbio la solitaria del 1960 sulla via Couzy alla strapiombante Nord della Cima Ovest di Lavaredo.
Ovviamente Aste non si è fatto mancare nemmeno le invernali, a cominciare dalla prima sulla via Carlesso-Sandri alla Torre Trieste (con Angelo Miorandi).
Pur avendo sempre fatto alpinismo soltanto nel tempo libero dal lavoro, Aste ha anche all’attivo salite fuori dai nostri confini. Quella più famosa è la prima di una cordata italiana sulla famigerata Nord dell’Eiger, nel 1962, insieme a Pierlorenzo Acquistapace, Gildo Airoldi, Andrea Mellano, Romano Perego e Solina. Ma vale ancor di più la nuova via sulla Torre Sud del Paine, nelle Ande patagoniche (1963, stesso anno della prima salita, a opera dei britannici Chris Bonington e Don Whillans, della Torre Central, la più alta delle tre del Paine).
Aste, che si “allenava” spalando carbone come fuochista alla Manifattura Tabacchi (usando alternativamente le due braccia), ha anche scritto cinque libri: “Cuore di roccia”, “Pilastri del cielo”, “Alpinismo epistolare”, “Commiato, riflessioni conclusive di un alpinista dilettante in congedo”, “Nella luce dei monti”.





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