martedì 14 dicembre 2010

BANZÖLA E FALCÖT

C'era una volta, sperduto fra i monti, Gambarèla, un villaggio di gnomi. Il Re Balòs, che aveva una figlia, Banzöla, che era bellissima e tutti la guardavano e la desideravano. Erano tanti quelli che andavano al castello ad offrirle di tutto, sperando di poterla avere come sposa.
Banzöla, pero’, non si sapeva decidere. Chiese al Re a chi si sarebbe dovuta concedere. Lui gli rispose che, giudiziosa com’era, avrebbe fatto la scelta giusta. Nella sua indecisione, fece una proposta al padre. Gli disse di spargere la voce che era morta a causa di un fungo velenoso. Il Re rimase sorpreso ma fece quanto disse Banzöla e, sembrandogli una buona idea, accetto’. Suonarono le trombe ed echeggiarono i cannoni a lutto e la notizia si sparse come la neve al vento. Erano tutti molto tristi per l’accaduto. Al maniero, invece, iniziarono ad arrivare i pretendenti di Banzöla per avere di ritorno quanto avevano prima donato. Gioielli, stoffe rare e perle preziose. Balòs rimase molto deluso dal comportamento di quegli gnomi.
Un giorno, pero’, arrivo’ alla porta del castello, uno gnomino. Si chiamava Falcöt. Si capiva che era povero dagli abiti dismessi che indossava e, con le lacrime agli occhi, si chino’ umilmente, ai piedi del Re. Gli dono' una piccola scatola di cartone con all’interno un vestitino rosa di lino che lui stesso aveva filato e poi cucito. Avrebbe voluto che quel vestitino fosse indossato dalla piccola Banzöla per il suo ultimo viaggio. Balòs, vedendo questo, si commosse ed annuncio’ al paese che la sua gnomina era ancora viva.
Con quanto accaduto, il Re, aveva messo alla prova tutti i pretendenti di Banzöla. Aveva capito chi veramente avrebbe potuto amare sua figlia per tutta la vita. Banzöla, quel giorno tanto importante, indosso’ il suo nuovo vestitino rosa coi cuoricini lilla. Era bellissima! I due gnomini si unirono in matrimonio scambiandosi dolcissimi baci davanti a tutto il paese. Ci fu una grande festa. Anche i vecchi pretendenti erano presenti dopo aver venduto quanto il Re aveva ridato loro. Con il ricavato portarono il cibo ed una sacco di bottiglie di succo di uva. Anche loro, finalmente, avevano capito che le cose importanti non erano “l’avere” ma “l’essere”.
Gli gnomi gioirono nel vedere Banzöla e Falcöt tanto vicini. E vissero tutti felici e contenti.

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