domenica 5 marzo 2017

IL GRANDE JEFF

Jeff Lowe, premio alla carriera Piolet d'Or 2017

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All’alpinista statunitense Jeff Lowe va il Piolets d'Or Carrière 2017. Il premio sarà assegnato durante la 25esima edizione del premio per l’alpinismo che si terrà dal 12 al 15 aprile 2016 a Grenoble in Francia. In passato il premio è stato assegnato a Walter Bonatti, Reinhold Messner, Doug Scott, Robert Paragot, Kurt Diemberger, John Roskelley, Chris Bonington e Wojciech Kurtyka. La presentazione di Claude Gardien, storico caporedattore della rivista francese Vertical.

Una delle salite più grandi di Jeff Lowe è stato un fallimento. Nel 1978, Jeff, il suo cugino George Lowe, Jim Donini e Michael Kennedy sono stati costretti a tornare indietro a soli 150 metri dalla cima del Latok 1, una magnifica montagna che si eleva sopra il ghiacciaio Biafo in Pakistan. In quel momento, nessuna spedizione aveva mai raggiunto la vetta del Latok 1 (anche se sarebbe stata salita l'anno successivo da un team giapponese), e i quattro statunitensi avevano scelto si salire la cresta nord in stile alpino; una linea pulita, evidente ed estremamente difficile. Questo è successo quasi 40 anni fa. Da allora, molte altre spedizioni hanno effettuato dei tentativi, ma la cresta nord del Latok 1 rimane uno degli obiettivi più ambiti e sfuggente del mondo. Nessun altra spedizione si è avvicinata al punto più alto raggiunto da Jeff ed i suoi amici.
Quando invece si tratta di successi, la lista è lunga, così ne ho scelti solo alcuni. La via d’arrampicata a Zion National Park, Moonlight Buttress, è considerata una classica mondiale ed è stata aperta da Jeff Lowe insieme a Mike Weis nel 1971. Jeff aveva soli 21 anni. Tre anni più tardi, quando lui e Mike hanno effettuato la prima salita di Bridal Veil, Jeff è diventato uno dei pionieri dell’arrampicata su ghiaccio, un'attività in cui avrebbe veramente brillato. Nel 1979, ha partecipato ad una spedizione sull' Ama Dablan, e ha salito in solitaria una nuova via sulla parete sud. Nel 1982 con una nuova via sulla Kwangde Ri, sullo Kangtega nel 1986 e, ancora, con un’altra nuova via sullo Taweche nell’inverno del 1989, Jeff ha confermato la sua posizione dominante e la sua abilità su ghiaccio. Queste salite sono state una prima indicazione della tendenza attuale nell’alpinismo, che vede vie tecniche ed estetiche predilette a scapito del perseguire a tutti costi il raggiungimento delle quote più alte.
Nel 1991, Jeff Lowe ha intrapreso la sua più grande avventura alpinistica. Con l'obiettivo di aprire in solitaria una linea diretta, si è gettato nell’austero universo invernale della parete nord dell'Eiger. Raggiungere la cima lungo la sua Metanoia gli ha richiesto tutto quello che aveva e l’ha costretto a scavare molto più in profondità rispetto a tutte le sue salite del passato. Questo incontro con il destino ha ispirato una profonda introspezione ed una radicale evoluzione nella sua mentalità - da qui il nome della via. Tre anni più tardi, Jeff ha applicato questa stessa metanoia ad una disciplina che amava: l’ice climbing, ovvero l’arrampicata su ghiaccio. La foto di un ragazzo appeso alle sue piccozze sotto un tetto di roccia prima di attaccare una candela di ghiaccio è stata vista in tutto il mondo. Questa via, Octopussy a Vail in Colorado, è stato un colpo di genio - è stato l'origine di un nuovo sport (il dry tooling) e avrebbe cambiato per sempre le pratiche di arrampicata su ghiaccio, l’alpinismo e l’arrampicata in Himalaya.
I contributi di Jeff Lowe all'alpinismo non si limitano alle sue salite. Nella fase iniziale, si è interessato a sviluppare il materiale d’arrampicata con i marchi Lowe e Latok. Grazie a Jeff, tutti noi abbiamo sostituito il nostro discensore ad otto con i leggeri e compatti assicuratori tubolari. I Footfangs erano tra i più ricercati primi ramponi rigidi. E le sue viti da ghiaccio R.A.T.S (che potevano essere utilizzate su ghiaccio di scarsa qualità) e lo Snarg (una vite da ghiaccio a compressione) sono diventati molto popolari per un'intera generazione di cascatisti. Inoltre è stato un organizzatore di eventi ed autore di libri tecnici dedicati all’arrampicata, Jeff Lowe ha avuto un ruolo in ogni aspetto di questo sport. È una delle figure più importanti nel mondo dell'alpinismo e gli alpinisti di tutto il mondo sono rimasti colpiti quando hanno appreso, qualche anno fa, che gli era stata diagnosticata una malattia degenerativa.
Lowe, che da giovane aveva collezionato una lista incredibile di prodezze con facilità notevole ora, da uomo adulto, avrebbe dovuto affrontare una salita ancora più impegnativa rispetto all’ Eiger. Avrebbe dovuto vivere una seconda metanoia. È con sorprendente coraggio e umorismo che Jeff si trova ad affrontare la sua malattia, una prodezza che dà un nuovo significato alle parole di un altro vincitore del Piolet d'Or alla Carriera, Rober Paragot: "In un primo momento ho pensato che essere un alpinista significasse avere successo sulle vie più difficili. Più tardi ho imparato che è molto più di questo.”

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