Il mio diario... o meglio, ciò che mi passerà per la testa di scrivere delle mie giornate, di quello che faccio. Non so quanto diario sarà, nel senso che sicuramente non lo farò tutti i giorni. Cercherò di essere il meno ripetitivo possibile, anche se mi sarà difficile perché più o meno faccio sempre le stesse cose. Vivo in un mondo tutto mio. Potrei dire che la mia vita trascorre nel mondo delle fiabe. Grazie e siate positive/i...
giovedì 31 agosto 2017
martedì 29 agosto 2017
LA TRAGEDIA
La tristezza della disgrazia alla Cima Presanella mi ha dato un grosso colpo al cuore. Un abbraccio affettuoso a loro che se ne sono andati e un altro ai loro familiari e amici che erano insieme. Ciao Piccoli montanari, ciao
venerdì 18 agosto 2017
Möscula
C’era una volta, tanto tempo fa, Möscula, una
vecchia strega. Era piccola ma tanto delicata. Aveva i capelli ormai bianchi,
lunghi e morbidissimi e gli occhi scuri. Nonostante gli anni, era ancora tanto
bella ed arzilla. Si diceva che avesse dei poteri con il suo bastone di egal,
la Möscula. Con il bastone in mano e con la scopa fra le gambe, ogni tanto
Möscula partiva per andare a far visita agli gnomi nei boschi incantati.
Inizialmente gli gnomi avevano paura ma poi, quando capirono che, al suo arrivo
era festa, guardavano sempre in cielo nella speranza che arrivasse presto. Col
suo bastone sapeva far divertire i piccoli e i grandi gnomi e, prima di
andarsene, riusciva a far addormentare gli gnomini. Dove arrivava, portava
tanta felicità. Sembrava che il legno, l’egal, con cui era stato costruito,
fosse quasi magico. La voce dei poteri del suo bastone girava tutte le valli e
giunse persino nel mondo degli umani.
Un giorno arrivò nella valle un brutto uomo
che spaventò tutto il villaggio delle streghe. Arrivato davanti alla casa di
Möscula, prese la rincorsa e, con una spallata, divelse la porta. Appena
entrato, non degnò nemmeno di uno sguardo la vecchia strega e s’impossessò del
suo bastone. Poi fuggì. Giunto nella sua città sfarsosa iniziò a girare ovunque
pensando di rendere felici gli uomini ma il bastone, inspiegabilmente, non
funzionava. Allora, molto arrabbiato, con un brutto gesto, lo gettò in cima ad
un mucchio di immondizie. La strega piangeva e piangeva, pensando a un modo per riprendersi la
sua bacchetta.
La voce di quel furto giunse anche nel villaggio degli gnomi che si
organizzarono per andare a recuperarlo. Impiegarono tanti giorni per arrivare
in quella città tanto gigante. Piccoli com’erano, riuscirono a nascondersi e
ascoltare ciò che si diceva. Capirono e arrampicarono fino in cima a quella
montagna di immondizie. Recuperarono il bastone e veloci corsero a casa. La
loro amica cornacchia si alzò in volo tenendo il bastone nel becco e andò nel
villaggio delle streghe lasciandolo cadere proprio davanti alla porta delle
streghina. Möscula era felice. Lavò accuratamente il bastone per togliere lo
sporco di tutti i germi umani. Poi, prese la sua scopa e volò subito dagli
gnomi. Li voleva ringraziare per il ritrovamento. Portò agli gnomi una grande
forma di formaggio. Tanto grande che, ne ebbero abbastanza per un anno. Rimase
molto a giocare con loro, fino all’ora della nanna. Le mammine degli gnomini
capirono il perché del potere del bastone di egal. Era semplicemente la gran
bontà di quella strega. Con la sua forza buona riusciva a far passare
attraverso il bastone tutta la sua bontà e aiutare gli altri. E vissero tutti,
gnomi e streghe, felici e contenti.
giovedì 17 agosto 2017
NUOVA VIA AL GASHERBRUM I
Gasherbrum I, nuova via per Marek Holeček e Zdeněk Hák
11.08.2017 di Planetmountain
11.08.2017 di Planetmountain
Il report dell’alpinista ceco Marek Holeček che insieme a Zdeněk Hák ha aperto in 8 giorni ed in stile alpino una nuova (e grande) via sulla parete sudovest del Gasherbrum I (8080 metri), Karakorum.
Mostrando grande coraggio e caparbietà, al quinto tentativo il 43enne alpinista ceco Marek Holecek è riuscito ad aprire in stile alpino una nuova via sulla parete sudovest del Gasherbrum I, la cima di 8080 metri chiamata anche Hidden Peak nella regione del Baltoro in Karakorum, Pakistan.
Holecek è riuscito a coronare il suo sogno insieme al 37enne Zdenek Hak il 30 luglio, dopo 6 giorni di salita ed impiegando 8 giorni complessivi. Aperta in stile alpino, la nuova via si aggiunge a quella aperta nel 2008 dagli alpinisti russi Valery Babanov e Viktor Afanasiev e ovviamente a quella aperta dai polacchi Jerzy Kukuczka e Voytek Kurtyka durante il loro strabiliante tour de force che aveva fruttato due vie nuove aperte in stile alpino nell’estate del 1983, una appunto attraversando la vergine parete sudovest del Gasherbrum I e l’altra, 20 giorni prima, lungo la cresta SE del Gasherbrum II. Tutti i dettagli della nuova via, che si chiama Satisfaction, sono nel report di Holecek inviatoci in anteprima. Da leggere!
Satisfaction di Marek Holeček
Questo progetto era iniziato più di trent'anni fa dalla leggendaria cordata di himalaysti polacchi Jerzy Kukuczka e Voytek Kurtyka, che però non riuscirono a salire la parte centrale della parete sud-ovest. Abbiamo seguito la loro idea e abbiamo iniziato ad inseguire questo progetto nel 2009, scegliendo di iniziare la nostra salita nel couloir di ghiaccio sulla parte sinistra della parete centrale.
All’epoca l'unico problema senza risposta era un passaggio poco chiaro dal couloir al colle, attraverso un collo di bottiglia di roccia a 7400 metri che portava all'altipiano di neve appena sotto la parete finale. Insieme al mio compagno di cordata Zdeněk Hrubý abbiamo risolto questa prima sezione chiave con arrampicata di misto dopo il nostro secondo bivacco. Il giorno successivo abbiamo continuato fino a 7500 metri sotto la barriera di roccia. Purtroppo siamo stati costretti ad una fuga epica, che ha significato 2000 metri di doppie e arrampicata in discesa. Zdeněk Hrubý aveva un'ulcera perforante e solo per miracolo abbiamo raggiunto il campo base.
Nel 2013 abbiamo raccolto i fallimenti come perle su una collana. Durante questo tentativo il mio abituale compagno di cordata Zdeněk Hrubý ha trovato la morte dopo essere caduto per 1000 metri nel couloir. È caduto con tutta l’attrezzatura, compresa la corda. Così la mia discesa è diventata una lotteria pura, tra rimanere in vita oppure unirmi a Zdeněk nel suo viaggio finale.
Nel 2015 è arrivato il tentativo insieme a Tomáš Petreček, quando abbiamo raggiunto quota 7400 metri e siamo scesi insieme alle valanghe causate dalle orribili condizioni atmosferiche. L’anno successivo insieme a Ondřej Mandula, abbiamo raggiunto i 7700 metri, ma il destino ha giocato un ruolo difficile con noi e per otto giorni siamo rimasti bloccati a 7500 metri in una trappola bianca senza via di fuga. Visibilità minima, nevicate pesanti e vento forte hanno reso la nostra discesa veramente terribile. Dopo il ritorno il conto finale includeva congelamenti pesanti ai miei piedi, che mi sono costati più di 6 mesi per il recupero.
Quest’anno è stata una grande scoperta quando abbiamo superato i difficili passaggi di roccia sopra i 7700 metri e abbiamo raggiunto la cima dopo un grande impegno da parte nostra. Strati sottili di neve non assestata e granito marcio sono stati una combinazione terribile! In alcune sezioni l'arrampicata era così in bilico che siamo stati costretti a toglierci i guanti per cercare appigli instabili e salire lentamente verso l'alto. Salire la headwall, la parte finale della parete, ha richiesto tre giorni. Abbiamo effettuato sei bivacchi in totale, con quattro giorni ad un'altezza critica tra i 7400 ed i 8000 metri. L'ultimo bivacco è stato a ottomila metri, direttamente sotto la cima.
Nonostante le forti nevicate ed il forte vento sul lato nord-orientale della montagna, la nostra discesa è iniziata verso il Couloir dei Giapponese e verso il pianoro a 7100 metri. Il giorno dopo il tempo è migliorato decisamente e abbiamo continuato lungo il Coulouir dei Giapponesi, a volte con neve fresca fino in vita. Nonostante l’alto pericolo di valanghe non avevamo altra scelta che continuare la nostra discesa. Il nostro ultimo bivacco è stato sul pianoro a 6000 metri, da dove abbiamo attraversato il ghiacciaio per raggiungere il campo Base la mattina successiva. È interessante notare che finora siamo stati gli unici a raggiungere la cima quest’anno!
Holecek è riuscito a coronare il suo sogno insieme al 37enne Zdenek Hak il 30 luglio, dopo 6 giorni di salita ed impiegando 8 giorni complessivi. Aperta in stile alpino, la nuova via si aggiunge a quella aperta nel 2008 dagli alpinisti russi Valery Babanov e Viktor Afanasiev e ovviamente a quella aperta dai polacchi Jerzy Kukuczka e Voytek Kurtyka durante il loro strabiliante tour de force che aveva fruttato due vie nuove aperte in stile alpino nell’estate del 1983, una appunto attraversando la vergine parete sudovest del Gasherbrum I e l’altra, 20 giorni prima, lungo la cresta SE del Gasherbrum II. Tutti i dettagli della nuova via, che si chiama Satisfaction, sono nel report di Holecek inviatoci in anteprima. Da leggere!
Satisfaction di Marek Holeček
Questo progetto era iniziato più di trent'anni fa dalla leggendaria cordata di himalaysti polacchi Jerzy Kukuczka e Voytek Kurtyka, che però non riuscirono a salire la parte centrale della parete sud-ovest. Abbiamo seguito la loro idea e abbiamo iniziato ad inseguire questo progetto nel 2009, scegliendo di iniziare la nostra salita nel couloir di ghiaccio sulla parte sinistra della parete centrale.
All’epoca l'unico problema senza risposta era un passaggio poco chiaro dal couloir al colle, attraverso un collo di bottiglia di roccia a 7400 metri che portava all'altipiano di neve appena sotto la parete finale. Insieme al mio compagno di cordata Zdeněk Hrubý abbiamo risolto questa prima sezione chiave con arrampicata di misto dopo il nostro secondo bivacco. Il giorno successivo abbiamo continuato fino a 7500 metri sotto la barriera di roccia. Purtroppo siamo stati costretti ad una fuga epica, che ha significato 2000 metri di doppie e arrampicata in discesa. Zdeněk Hrubý aveva un'ulcera perforante e solo per miracolo abbiamo raggiunto il campo base.
Nel 2013 abbiamo raccolto i fallimenti come perle su una collana. Durante questo tentativo il mio abituale compagno di cordata Zdeněk Hrubý ha trovato la morte dopo essere caduto per 1000 metri nel couloir. È caduto con tutta l’attrezzatura, compresa la corda. Così la mia discesa è diventata una lotteria pura, tra rimanere in vita oppure unirmi a Zdeněk nel suo viaggio finale.
Nel 2015 è arrivato il tentativo insieme a Tomáš Petreček, quando abbiamo raggiunto quota 7400 metri e siamo scesi insieme alle valanghe causate dalle orribili condizioni atmosferiche. L’anno successivo insieme a Ondřej Mandula, abbiamo raggiunto i 7700 metri, ma il destino ha giocato un ruolo difficile con noi e per otto giorni siamo rimasti bloccati a 7500 metri in una trappola bianca senza via di fuga. Visibilità minima, nevicate pesanti e vento forte hanno reso la nostra discesa veramente terribile. Dopo il ritorno il conto finale includeva congelamenti pesanti ai miei piedi, che mi sono costati più di 6 mesi per il recupero.
Quest’anno è stata una grande scoperta quando abbiamo superato i difficili passaggi di roccia sopra i 7700 metri e abbiamo raggiunto la cima dopo un grande impegno da parte nostra. Strati sottili di neve non assestata e granito marcio sono stati una combinazione terribile! In alcune sezioni l'arrampicata era così in bilico che siamo stati costretti a toglierci i guanti per cercare appigli instabili e salire lentamente verso l'alto. Salire la headwall, la parte finale della parete, ha richiesto tre giorni. Abbiamo effettuato sei bivacchi in totale, con quattro giorni ad un'altezza critica tra i 7400 ed i 8000 metri. L'ultimo bivacco è stato a ottomila metri, direttamente sotto la cima.
Nonostante le forti nevicate ed il forte vento sul lato nord-orientale della montagna, la nostra discesa è iniziata verso il Couloir dei Giapponese e verso il pianoro a 7100 metri. Il giorno dopo il tempo è migliorato decisamente e abbiamo continuato lungo il Coulouir dei Giapponesi, a volte con neve fresca fino in vita. Nonostante l’alto pericolo di valanghe non avevamo altra scelta che continuare la nostra discesa. Il nostro ultimo bivacco è stato sul pianoro a 6000 metri, da dove abbiamo attraversato il ghiacciaio per raggiungere il campo Base la mattina successiva. È interessante notare che finora siamo stati gli unici a raggiungere la cima quest’anno!
FOTO STORICA
Foto storica di Alan Kearney che ritrovò i resti della baracca di Maestri usata nel primo tentativo invernale del 1970 durante la salita allo spigolo sud-est (la cosiddetta via del compressore)
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