giovedì 17 agosto 2017

NUOVA VIA AL GASHERBRUM I

Gasherbrum I, nuova via per Marek Holeček e Zdeněk Hák
11.08.2017 di Planetmountain
Il report dell’alpinista ceco Marek Holeček che insieme a Zdeněk Hák ha aperto in 8 giorni ed in stile alpino una nuova (e grande) via sulla parete sudovest del Gasherbrum I (8080 metri), Karakorum.
Mostrando grande coraggio e caparbietà, al quinto tentativo il 43enne alpinista ceco Marek Holecek è riuscito ad aprire in stile alpino una nuova via sulla parete sudovest del Gasherbrum I, la cima di 8080 metri chiamata anche Hidden Peak nella regione del Baltoro in Karakorum, Pakistan.
Holecek è riuscito a coronare il suo sogno insieme al 37enne Zdenek Hak il 30 luglio, dopo 6 giorni di salita ed impiegando 8 giorni complessivi. Aperta in stile alpino, la nuova via si aggiunge a quella aperta nel 2008 dagli alpinisti russi Valery Babanov e Viktor Afanasiev e ovviamente a quella aperta dai polacchi Jerzy Kukuczka e Voytek Kurtyka durante il loro strabiliante tour de force che aveva fruttato due vie nuove aperte in stile alpino nell’estate del 1983, una appunto attraversando la vergine parete sudovest del Gasherbrum I e l’altra, 20 giorni prima, lungo la cresta SE del Gasherbrum II. Tutti i dettagli della nuova via, che si chiama Satisfaction, sono nel report di Holecek inviatoci in anteprima. Da leggere!
Satisfaction di Marek Holeček
Questo progetto era iniziato più di trent'anni fa dalla leggendaria cordata di himalaysti polacchi Jerzy Kukuczka e Voytek Kurtyka, che però non riuscirono a salire la parte centrale della parete sud-ovest. Abbiamo seguito la loro idea e abbiamo iniziato ad inseguire questo progetto nel 2009, scegliendo di iniziare la nostra salita nel couloir di ghiaccio sulla parte sinistra della parete centrale.
All’epoca l'unico problema senza risposta era un passaggio poco chiaro dal couloir al colle, attraverso un collo di bottiglia di roccia a 7400 metri che portava all'altipiano di neve appena sotto la parete finale. Insieme al mio compagno di cordata Zdeněk Hrubý abbiamo risolto questa prima sezione chiave con arrampicata di misto dopo il nostro secondo bivacco. Il giorno successivo abbiamo continuato fino a 7500 metri sotto la barriera di roccia. Purtroppo siamo stati costretti ad una fuga epica, che ha significato 2000 metri di doppie e arrampicata in discesa. Zdeněk Hrubý aveva un'ulcera perforante e solo per miracolo abbiamo raggiunto il campo base.
Nel 2013 abbiamo raccolto i fallimenti come perle su una collana. Durante questo tentativo il mio abituale compagno di cordata Zdeněk Hrubý ha trovato la morte dopo essere caduto per 1000 metri nel couloir. È caduto con tutta l’attrezzatura, compresa la corda. Così la mia discesa è diventata una lotteria pura, tra rimanere in vita oppure unirmi a Zdeněk nel suo viaggio finale.
Nel 2015 è arrivato il tentativo insieme a Tomáš Petreček, quando abbiamo raggiunto quota 7400 metri e siamo scesi insieme alle valanghe causate dalle orribili condizioni atmosferiche. L’anno successivo insieme a Ondřej Mandula, abbiamo raggiunto i 7700 metri, ma il destino ha giocato un ruolo difficile con noi e per otto giorni siamo rimasti bloccati a 7500 metri in una trappola bianca senza via di fuga. Visibilità minima, nevicate pesanti e vento forte hanno reso la nostra discesa veramente terribile. Dopo il ritorno il conto finale includeva congelamenti pesanti ai miei piedi, che mi sono costati più di 6 mesi per il recupero.
Quest’anno è stata una grande scoperta quando abbiamo superato i difficili passaggi di roccia sopra i 7700 metri e abbiamo raggiunto la cima dopo un grande impegno da parte nostra. Strati sottili di neve non assestata e granito marcio sono stati una combinazione terribile! In alcune sezioni l'arrampicata era così in bilico che siamo stati costretti a toglierci i guanti per cercare appigli instabili e salire lentamente verso l'alto. Salire la headwall, la parte finale della parete, ha richiesto tre giorni. Abbiamo effettuato sei bivacchi in totale, con quattro giorni ad un'altezza critica tra i 7400 ed i 8000 metri. L'ultimo bivacco è stato a ottomila metri, direttamente sotto la cima.
Nonostante le forti nevicate ed il forte vento sul lato nord-orientale della montagna, la nostra discesa è iniziata verso il Couloir dei Giapponese e verso il pianoro a 7100 metri. Il giorno dopo il tempo è migliorato decisamente e abbiamo continuato lungo il Coulouir dei Giapponesi, a volte con neve fresca fino in vita. Nonostante l’alto pericolo di valanghe non avevamo altra scelta che continuare la nostra discesa. Il nostro ultimo bivacco è stato sul pianoro a 6000 metri, da dove abbiamo attraversato il ghiacciaio per raggiungere il campo Base la mattina successiva. È interessante notare che finora siamo stati gli unici a raggiungere la cima quest’anno!

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