domenica 22 novembre 2009

ROXI E LUF

C’era una volta una gnomina che si chiamava Roxi ed un giorno si perse nel bosco. Un lupo che si aggirava tra le rocce, vide la bambina e decise di portarla nella sua grotta. Luf, era un vecchio animale, che nella sua vita aveva allevato molti cuccioli e capì al volo che quel cucciolo di gnomo era in difficolta’.
Il nascondiglio del lupo era ben protetto dagli alberi e dai cespugli e l'entrata era celata tra le rocce. La piccola Roxi era intirizzita dal freddo. A fatica Luf porto’ la gnomina al riparo e si sdraio’ vicino a lei per riscaldarla col suo corpo. All’inizio Roxi era spaventata per i tanti racconti che aveva sentito dei lupi ma quando intese che il lupo era buono allora si abbraccio’ a lui. Il giorno dopo tutti gli gnomi erano alla sua ricerca mentre il lupo buono cercava bacche e frutti per la piccola. Giocavano insieme e di notte dormivano abbracciati. Dopo alcuni giorni Luf vide che gli gnomi cercavano Roxi ed allora decise di portarla fra gli arbusti dove l’aveva trovata affiche’ i suoi genitori la ritrovassero. Quando fu di nuovo a casa, la piccola racconto’ la sua avventura e da allora la gnomina ogni giorno portava la pappa al lupo buono per ringraziarlo di quanto aveva fatto. E vissero tutti felici e contenti.

venerdì 20 novembre 2009

CERRO TORRE

Notizia apparsa il giorno 20 novembre 2009 sul sito montagna.tv

Non riporto l’articolo completo che semmai vi potete leggere sul sito. Riportero’ solo parti a cui aggiungero’ dei miei commenti personali. Approfitto anche per fare un commento a questo sito che forse molti non condivideranno. Sito di montagna? Il sito per il gossip di montagna lo chiamerei. Un sito che sicuramente ha molti soldi. Ma molti… Un sito dove non si trova, o almeno per uno ignorante come me, un indirizzo di posta elettronica a cui si possa scrivere.


“Fu aperta da Maestri con Ezio Alimonta e Carlo Claus sul pilastro sud-est usando un grosso martello compressore, dove pianto’ qualche manciata di chiodi in un punto completamente privo di appigli nei pressi della vetta”. Per la salita venne usato un compressore fornito dalla Ditta Atlas Copco. Al compressore era collegato un tubo che poi faceva funzionare il trapano con l’aria compressa. Quelli piantati non furono “qualche manciata di chiodi” ma oltre 400. I punti dove sono stati usati sono sul famoso traverso-obliquo di circa 90 metri. Due tiri dopo il traverso una placca verticale di mezzo tiro. Poi altri chiodi a pressione sulle rocce affioranti dei tiri di ghiaccio nella zona delle torrette. Poi altra parete verticale quando si passa sul versante sud e la torre staccata che porta alla base della parte terminale per altri 2 tiri. Infine la parete terminale di ben oltre 150 metri. In discesa spezzo' quasi tutti i chiodi dell’ultimo tiro. Lascio’ solo 5 chiodi oltre il compressore. L’intenzione di Maestri era quella di rompere tutti i chiodi che aveva piantato con l’uso del compressore. Ed il fatto che “voleva lasciare tracce incontestabili del suo passaggio” e’ pura fantasia della giornalista. “Altri alpinisti hanno tentato di salire quella via in libera, ma nessuno finora ci e’ riuscito. L'ultimo tentativo risale a due anni fa, quando gli americani Zack Smith e Josh Wharton erano riusciti a liberare tutta la via fino a circa 150 metri dalla cima”. Bisognerebbe essere piu’ chiari. Se si dice di voler salire una via in libera bisogna seguire l’itinerario originale. Altrimenti si fa una linea diversa come del resto avevano detto di voler fare i due americani. Gli americano hanno abbandonato il loro tentativo per il cambio del tempo. Da quel che mi risulta fino a quel punto hanno usato forse due passi in artificiale. “Le principali difficoltà saranno le scariche di ghiaccio nella prima parte e l'instabilità meteo nella seconda”. Ma chi gli dice ‘ste cose? Ma quali scariche nella prima parte. Credo che nessuna delle montagne patagoniche sia tanto sicura nella prima parte com’è la via del compressore al Torre. Ah, non me ne vogliano David Lama e Daniel Steuerer, perche’ io con loro non ho proprio niente, anzi!