mercoledì 19 dicembre 2012

ANDREAS MADSEN

Uno stralcio di vita di Andreas Madsen. Danimarca. A 12 anni. (…) “Tuttavia, dopo due giorni, sono stato accettato su un piccolo veliero che doveva andare in Svezia. La madre di Karl non sapeva cosa darmi da vestire, perché non aveva soldi; ma la necessità aguzza l’ingegno. Ha lavato per bene dei sacchi del carbone e i suoi figli hanno raccolto tutti i giornali che potevano. Lei li ha cuciti insieme, a formare uno strato spesso dentro il sacco. Risolto così il problema di lenzuola e coperte, mi sono imbarcato sul piccolo veliero, più vanitoso del diavolo nel mio nuovo ruolo. 

(…) Da bambino ero stato trattato poco affettuosamente, poiché a due ani avevo perso la mamma e la matrigna non aveva tempo per simili sciocchezze. Credo che le mogli dei fattori presso i quali ero poi stato in servizio portassero zoccoli di legno non solo per nascondere i piedi deformi ma per usarli senza molto ritegno come arma, così una botta in più o in meno non mi turbava.

(...) Quando nel 1912 sono tornato in Danimarca, dopo 14 anni di assenza, la fortuna più grande è stata quella di trovare ancora libera e disponibile la fidanzata che quando aveva sette anni mi aveva promesso la sua mano. Abbiamo aspettato due anni, fino al 1914, quando sono tornato una seconda volta. Da allora sono passati altri trentaquattro anni e siamo tutt’ora in luna di miele. Non credo si possa essere più fortunati.

1 commento:

randi ha detto...

a volte succede...